L’Assessore Elisa Sassoli: “Dati preoccupanti, bisogna fare di più contro questa piaga sociale”
                                                                                   

Pochi giorni fa è stato presentato alla Camera dei deputati “L’Italia delle Slot” un lavoro del Gruppo Gedi e del Visual Lab realizzato in collaborazione con Dataninja. Si tratta di un database che incrocia i dati di popolazione (Istat), reddito (Mef) e raccolta gioco (Aams), e segnala quanto il territorio sia invaso dalle slot machine e quale sia la spesa pro capite degli italiani in questo settore.

“Abbiamo interrogato il database sul comune di Castel Focognano”, ha detto l’assessore Elisa Sassoli, “E nonostante il nostro venga indicato come un comune “virtuoso” – quindi con una bassa diffusione di slot e con poche giocate  (4 su 5, dove 1 è bassa virtuosità e 5 alta virtuosità) – i numeri sono comunque allarmanti e, in una ipotetica classifica tra i comuni del Casentino, siamo tra i meno virtuosi. Questo ci impone di non abbassare la guardia e di cercare di fare qualcosa di più contro questa autentica piaga sociale dei nostri tempi”.

Il primo dato negativo è l’aumento del 10% di giocate tra il 2015 e il 2016. Nel 2016 sono stati giocati nel Comune di Castel Focognano 367 Euro pro capite, per un totale complessivo di 1 milione e 150.000 Euro di giocate (nelle sole AWP, le slot dentro i bar). “Visto che i numeri danno una chiara indicazione di gravità del fenomeno, abbiamo deciso di comunicarli alla popolazione iniziando una campagna di informazione sui social network e attraverso manifesti affissi anche in tutti i bar del comune. Proviamo, con queste prime informazioni chiare, a sensibilizzare le persone sui danni che il gioco d’azzardo può fare e ad insistere sul fatto che #nonèungioco (come l’hashtag creato) ma una vera e propria malattia, che rende incapaci di resistere all’impulso di giocare d’azzardo, che siano le new slot o i gratta e vinci che non sono nemmeno inclusi in questo database, ma che hanno ugualmente ripercussioni molto negative sui conti di diverse famiglie e soprattutto di soggetti potenzialmente più vulnerabili dal punto di vista economico e sociale”.

 

Poppi, 18 dicembre 2017.

 

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